Integrazione fonti rinnovabili in infrastrutture viarie

Se proprio non se ne può fare a meno, meglio minimizzarne l’impatto sull’ambiente. Ponti e autostrade sono da sempre tra le infrastrutture più criticate da chi ha a cuore i temi della sostenibilità, tanto che spesso i nuovi progetti si scontrano con l’opposizione delle comunità locali. Tuttavia lo scenario è destinato a cambiare se i progetti per produrre energia pulita dalle arterie del traffico automobilistico riusciranno a svilupparsi su larga scala.

Il parco sospeso

Ha avuto grande eco a livello internazionale il progetto Solar Wind messo a punto dai designer italiani Francesco Colarossi, Giovanna Saracino  Luisa Saracino. Si tratta di un ponte capace di generare oltre 40 milioni kWh all’anno di energia pulita, servendosi della forza del vento (attraverso 26 turbine da collocare negli spazi che si trovano tra i pilastri) e della luce solare (grazie a una rete di celle solari), soddisfacendo il fabbisogno energetico di 15mila abitazioni. L’iniziativa si è piazzata al secondo posto in un concorso bandito dalla regione Calabria per la realizzazione del Parco Solare Sud, che prevede il riuso dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria tra Scilla e Bagnara, dismessi dall’Anas. A completare lo spirito “sostenibile” del ponte, sono previste isole pedonali ai bordi della strada, con alberi e vegetazione locale, oltre a serre fotovoltaiche, che avranno la doppia funzione di produrre energia e proporre prodotti agricoli locali.

Le iniziative all’estero

Iniziative simili sono in corso in diversi paesi. In Giappone è iniziata la scorsa estate la sperimentazione riguardante il ponte Goshiki-Zakura-Ohashi sul fiume Arakawa, che è stato dotato di piccoli generatori per trasformare le micro-vibrazioni generate dal passaggio dei veicoli sul viadotto in energia per alimentare l’illuminazione notturna. Il principio alla base di questo sistema è ispirato al modo in cui funzionano delle casse acustiche, ma con i fattori invertiti: se la membrana di un altoparlante riceve energia elettrica per muoversi e creare vibrazioni sonore, i generatori installati sul viadotto captano le vibrazioni prodotte dalle auto in transito per produrre energia elettrica.

Passando agli Stati Uniti, sul finire del 2009 il Dipartimento dei Trasporti ha finanziato tre progetti universitari sulle Solar Road Ways, ovvero quei sistemi fotovoltaici basati sulla presenza di pannelli speciali (la parte superiore è composta in vetro, ma con particolari accorgimenti per garantirne flessibilità e resistenza ai mezzi in trasnito) al posto dell’asfalto. La loro funzione è di catturare l’energia dalle auto in transito per trasformarla in energia elettrica.

Denominazione e progetto simile per Solar Roadways, che in questo caso è il nome di una società statunitense che sperimenta pannelli fotovoltaici per pavimentare le strade al posto dell’asfalto (quadrati da 3,7 metri di lato, vale a dire la grandezza standard delle corsie stradali in America).

Gli ostacoli da superare

Calcolando un’insolazione media di 4 ore al giorno, ogni pannello, anche con un’efficienza intorno al 15%, potrà produrre 7,6 kilowattora al giorno. L’energia potrebbe poi essere immessa nella rete oppure immagazzinata lungo le strade, per ricaricare le auto elettriche. auto elettriche.
L’asfalto può assorbire tonnellate di calore, raggiungendo spesso temperature di 60 gradi e più durante i mesi estivi, ma l’ostacolo ancora da superare per arrivare a un utilizzo di massa di questa soluzione riguarda i costi, ancora tutt’altro che competitivi rispetto all’asfalto tradizionale.

Progetti per realizzare strade sostenibili sono in corso anche in Italia: nelle scorse settimane abbiamo scritto dell’autostrada Cremona-Mantova, ilprogetto esecutivo sarà approvato a breve, in cui ogni superficie disponibile (fabbricati, barriere, pannellature, aree di sosta   e corsì) sarà ricoperta con pannelli solari, con l’aggiunta poi di centrali a biomasse.

 

03/03/2011

Fonte: http://www.tekneco.it

Seguici su Facebook