L’agenzia internazionale dell’energia prevede una forte crescita per le rinnovabili nei prossimi anni

Adesso è ufficiale: le fonti rinnovabili sono attese a una grande crescita non soltanto nel lungo periodo, ma sul breve termine, ossia nei prossimi 5 anni. L’imprimatur non arriva da qualche fondazione legata all’ambientalismo militante ma dalla Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia, la stessa che, sino alla catastrofe di Fukushima, spingeva per uno sviluppo della generazione nucleare e che, pochi mesi fa, ha delineato grandi prospettive per gas e carbone.

Una voce autorevole, insomma, ma comunque legata a un modo tradizionale di concepire l’energia, ha riconosciuto definitivamente le grandi potenzialità delle fonti pulite, dedicando uno specifico studio a queste tecnologie (Medium-Term Renewable Energy Market Report 2012).

I dati sono inequivocabili: nel periodo 2011-2017 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili dovrebbe registrare una crescita di 1.840 TWh, quasi il 60% in più rispetto ai 1.160 TWh osservati tra il 2005 e il 2011, che pure è stato un periodo di sviluppo molto importante per il settore.

La produzione elettrica green globale passerà dai 4.540 TWh nel 2011 ai quasi 6.400 TWh nel 2017, per un tasso di incremento annuo del +5,8%. In termini di nuova potenza installata, sono attesi 710 GW di impianti rinnovabili da qui al 2017, di cui il 40% concentrato in Cina (270 GW), seguita dagli Stati Uniti con 56 GW e da India, Germania e Brasile con oltre 30 GW ciascuno.

Se, dunque, negli scorsi anni l’Europa era stata la capofila della rivoluzione energetica green, la leadership sembra destinata a passare ai Paesi emergenti. LaCina, in particolare, punterà su queste fonti per soddisfare la sua rapida crescita della domanda di energia elettrica, grazie anche a un’ampia disponibilità finanziaria. Ugualmente in India le esigenze di elettrificazione rurale (messe in luce anche dal disastroso blackout della scorsa estate che ha paralizzato il Paese) dovrebbe incoraggiare la produzione elettrica da fonti rinnovabili.

L’attesa ripresa economica degli Stati Uniti dovrebbe favorire le Fer mentre, al contrario, le difficoltà economiche di questi tempi dell’eurozona hanno spinto la Iea a modificare al ribasso le prospettive per il vecchio continente.

Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, le previsioni del report sono in chiaroscuro: senza dubbio l’indebolimento della nostra economia e le difficoltà di accesso al credito freneranno la crescita delle fonti pulite nel nostro Paese che, infatti, non è considerato dalla Iea come uno dei mercati principali. Altre difficoltà sono rappresentate dall’eccesso di capacità produttiva che ormai caratterizza l’intero sistema elettrico nazionale, nonché dalla necessità di ammodernare le reti di trasmissione.

D’altra parte, però, l’aumentata competitività di alcune fonti (il solare in particolare dovrebbe raggiungere la tanto attesa grid parity) e gli obiettivi europei in materia, dovrebbero comunque spingere il comparto. La produzione di energia verde italiana dovrebbe così crescere di circa 34 TWh nei prossimi 6 anni, raggiungendo quasi i 120 TWh nel 2017, in evidente progresso rispetto agli 85 TWh di fine 2011.

Il contributo della principale fonte, il grande idroelettrico, resterà sostanzialmente stabile, mentre il solare conoscerà un ulteriore boom, aumentando da 10 a circa 30 TWh la propria produzione energetica. Aumenti meno consistenti ma comunque importanti per eolico e bioenergie, mentre resterà inalterato il contributo del geotermico. Questi numeri, tra l’altro, permetterebbero all’Italia di superare notevolmente i target europei in materia di rinnovabili, almeno per quanto riguarda la parte elettrica.

 

15/01/2013

Fonte:

http://www.tekneco.it

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