Edilizia

Varianti progettuali in corso d'opera giustificano la proroga della pu

L’art. 13, V comma del d.P.R. 327/01 stabilisce che l'autorità che ha dichiarato la pubblica utilità dell'opera possa disporre la proroga dei termini “per casi di forza maggiore o per altre giustificate ragioni”. La formula è dunque assai ampia (ben più di quella contenuta nell’art. 13, II comma, della l. 25 giugno 1865 n. 2359, dove si parlava di “casi di forza maggiore o per altre cagioni indipendenti dalla volontà dei concessionari”) e può sicuramente includere, secondo ragionevolezza, le giustificazioni consistenti nelle “le varianti progettuali apportate in corso d’opera al progetto definitivo approvato” e la “volontà di procedere mediante acquisizioni bonarie”.

L'accatastamento di un immobile non ha valore a soli fini fiscali

Non corrisponde a verità che l’accatastamento di un immobile abbia valore soltanto ai fini fiscali in quanto, al contrario, le iscrizioni catastali rilevano, ad esempio, anche nelle procedure ablative o similari al fine dell’individuazione del proprietario (ex art. 11, d.P.R. 8 giugno 2001 n. 327); o per l’individuazione dei coefficienti di computo del canone con riferimento alle categorie catastali (ex art. 16 della abrogata L. 27/07/1978, n. 392); ed anche sul piano civilistico, i dati catastali degli immobili ben possono identificare l'immobile trasferito, in caso di alienazione di immobili, e quindi possono valere ad individuare con esattezza il bene oggetto della cessione.

Consiglio di Stato, Sezione IV, decisione n.1712 del 26/03/2013

Senza valutazione di incidenza titolo edilizio illegittimo

La valutazione di incidenza di cui all'art. 5 D.P.R. n. 357/1997 integra non già una mera condizione di efficacia dei titoli abilitativi dell’intervento, ma più propriamente un requisito di validità, e la sua mancata acquisizione in via preventiva concreta una illegittimità di carattere propriamente sostanziale, cioè un caso paradigmatico di eccesso di potere per carenza di istruttoria, oltre che di violazione di legge.

TAR Liguria, Sezione I, sentenza n.522 del 25/03/2013

V.A.S.: per i piani che riguardano piccole aree a livello locale e per le modifiche minori è sempre necessario passare per lo screening

Il fatto che un piano o un programma di cui all'art. 6, co. 2, D. Lgs. 152/2006 riguardi una piccola area a livello locale o sia una modifica minore può giustificare, sulla base di criteri predeterminati, l’esonero dalla procedura di VAS, ma non dalla verifica di assoggettabilità: pertanto, è incostituzionale una legge regionale che preveda che, qualora non siano superate determinate soglie quantitative o dimensionali, il piano o il programma non sia sottoposto nemmeno a screening.

Corte Costituzionale, sentenza n.178 del 04/07/2013

Il fabbricato confinante con sole strade e piazze non puo' violare le distanze dai confini

Il comma 2 dell’art. 879 c.c. (secondo il quale “alle costruzioni che si fanno in confine con le piazze e le vie pubbliche non si applicano le norme relative alle distanze, ma devono osservarsi le leggi e i regolamenti che le riguardano”) ha portata generale ed esclude (in assenza di normative locali) che il fabbricato confinante con sole strade e piazze possa violare le distanze dai confini.

Consiglio di Stato, Sezione V, decisione n.1790 del 27/03/2013

Aree gravate da uso civico: l'autorizzazione alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili va condizionata al rilascio dell'autorizzazione al mutamento della destinazione d'uso

L'autorizzazione unica regionale alla realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili, qualora l'infrastruttura insista su un area gravata da uso civico, è legittimamente condizionata al rilascio dell'autorizzazione al mutamento della destinazione d'uso ex art. 12 legge 1766/1927.

Consiglio di Stato, Sezione IV, decisione n.1698 del 26/03/2013

Il vincolo paesaggistico rileva anche se sopravvenuto rispetto alla realizzazione dell'abuso

E' irrilevante che il vincolo paesaggistico sia sopravvenuto rispetto alla commissione dell'abuso e alla data di presentazione della domanda di condono, perché secondo il consolidato orientamento della giustizia amministrativa sono rilevanti i vincoli paesaggistici sopravvenuti ed esistenti al momento dell'adozione del provvedimento sulla domanda di condono edilizio.

Consiglio di Stato, Sezione IV, decisione n.1481 del 12/03/2013

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