A partire dal 2012 sarà obbligatoria la classificazione acustica per i nuovi edifici

Il nuovo abitare sarà all’insegna del comfort abitativo: la tendenza è ormai chiara e mira, attraverso normative specifiche, a garantire “prodotti” edilizi di qualità.
Dopo aver rivolto l’attenzione a interventi di Risparmio Energetico, necessari per una riduzione dei consumi e dell’inquinamento, si punta ora a provvedimenti di miglioramento dell’isolamento acustico, necessari soprattutto nei luoghi dove traffico e vita cittadina creano disturbo agli abitanti.

L’Italia, attraverso due provvedimenti al vaglio del Consiglio dei Ministri recepisce la Direttiva europea 2002/49/CE per migliorare il comfort acustico all’interno degli edifici.

Va anche detto che alcuni operatori del settore esprimono dubbi sull’impostazione della proposta, in quanto l’applicazione del provvedimento comporta costi aggiuntivi non corrispondenti ad un valore economico per l’utente (guadagno / risparmio), come invece nel caso degli interventi di Risparmio Energetico. Ma vediamo di che si tratta.

Dal 31 dicembre 2011 infatti chi vorrà vendere o affittare un abitazione dovrà dotarla, oltre che della certificazione energetica, anche della certificazione acustica. L’obbligo verrà introdotto dal provvedimento che recepirà la norma UNI 11367Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera»).


La classificazione acustica di un’unità immobiliare (che sia un appartamento o un’abitazione monofamiliare), diventerà quindi necessaria.
L’evoluzione normativa in atto, infatti, preceduta anche da leggi regionali, prevede che ogni unità immobiliare abbia una certificazione acustica che attesti la classe acustica di appartenenza.

È un concetto analogo a quello della certificazione energetica, ma con alcune profonde differenze; la principale è costituita dal fatto che mentre il certificato energetico è redatto sulla base di calcoli, il certificato acustico è redatto sulla base di una prova (collaudo) effettuata in tutti i vani dell’appartamento.

Dai risultati ottenuti in tutti i vani, considerato il margine di incertezza delle misure e fatta una media si ricaverà un indice che permetterà la classificazione acustica in quattro classi dell’unità immobiliare. Conseguentemente i costi di certificazione acustica saranno ben diversi rispetto a quelli di un certificato energetico (da cinque a dieci volte di più) e, in più, la certificazione acustica avrà validità limitata nel tempo.

La UNI 11367/2010 citata nella norma, spiega come eseguire i collaudi acustici degli edifici consentendo di informare i futuri proprietari/abitanti sulle caratteristiche acustiche della stessa e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti, produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, ecc.) da possibili successive contestazioni.

Il decreto relativo all’inquinamento acustico, che modificherà la Legge 447/1995, e il Dlgs 194/2005, ha quindi lo scopo di riordinare le norme vigenti in materia di rumore, coordinando la normativa nazionale e quella comunitaria. Vengono disciplinati i “piani di risanamento” e i “piani di contenimento e abbattimento del rumore” in ipotesi particolari di impatto paesaggistico ambientale: è regolamentato l’accesso al piano di classificazione acustica comunale e al piano comunale di risanamento acustico.

Il decreto prevede l’istituzione, presso l’ISPRA, del Catasto Nazionale delle Sorgenti di Rumore, le cui modalità organizzative saranno successivamente definite dal Ministro dell’Ambiente.

La norma si applica a tutti i tipi di edifici, tranne a quelli a uso agricolo, artigianale e industriale. Nell’ambito di applicazione della norma, i requisiti acustici di ospedali, cliniche, case di cura e scuole sono definiti da una specifica appendice.

Come anticipato, sono previste quattro differenti classi di efficienza acustica, dalla classe 1, che identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso): va considerato che, seppure il livello prestazionale “di base” è rappresentato dalla terza classe, la stragrande maggioranza degli edifici italiani esistenti non raggiunge neppure la quarta classe. L’attuale decreto vigente, il Dpcm 5 dicembre 1997, stabilisce valori univoci di riferimento molto prossimi a quelli della terza classe della UNI.

La valutazione complessiva di efficienza acustica di ogni unità immobiliare nasce da valutazioni per ogni singolo requisito; sono oggetto di classificazione l’isolamento di facciata, l’isolamento rispetto ai vicini (sia per i rumori aerei, sia per i rumori di calpestio) e il livello sonoro degli impianti. Nel caso degli alberghi sono considerati inoltre gli isolamenti acustici fra ambienti della stessa unità (per esempio tra le camere).

La norma sulla classificazione acustica degli edifici migliora quindi il quadro delle informazioni a disposizione dell’utente del bene edilizio. Quadro che, con il meccanismo della classificazione graduata, conferisce al bene un nuovo valore economico legato alla capacità dello stesso di soddisfare esigenze spesso immateriali (comfort, privacy, emissioni CO2, consumo materiali).

 

20/02/2011

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