Con il decreto Cresci Italia 2012 viene liberalizzato il mercato del gas

La principale novità introdotta dal decreto “Cresci Italia” nel settore energetico riguarda la separazione fra la distribuzione del gas, l’ENI e Snam Rete Gas, la società detentrice della rete di distribuzione, che gestisce 37 mila chilometri di tubature, divise in Rete Nazionale di Gasdotti (8800 km) e Rete di Trasporto Regionale (oltre 22600 km.)[1]. L’obiettivo del governo è quello di garantire condizioni di accesso alle infrastrutture di trasporto del gas pienamente concorrenziali, così da permettere una maggiore libertà di accesso a nuovi operatori.

Nel decreto è stato però inserito solo l’obbligo di separazione del controllo delle infrastrutture di distribuzione detenute dalla holding Snam, che comprende la distribuzione con Italgas, la Sogit, addetta allo stoccaggio del metano e l’impianto di rigassificazione di Panigaglia, dalla società di gestione, l’Enel. Le modalità con cui avverrà la separazione saranno oggetto di studio e fissate in un prossimo decreto del Presidente del Consiglio entro 6 mesi.

Saranno inoltre modificati i parametri con i quali l’Authority per l’energia definisce le tariffe per il mercato tutelato, ovvero per quegli utenti che, per scelta o perché impossibilitati, non sono ancora approdati al mercato concorrenziale, detto anche mercato libero. Allo stato attuale le tariffe sono indicizzate ai contratti di lungo termine stipulati dall’Eni con i grandi fornitori internazionali. Tale consuetudine sarà sostituita dall’indicizzazione delle tariffe ai prezzi dei contratti spot scambiati sulle maggiori piazze europee, avvicinando così le tariffe ai reali prezzi di mercato.

Con questa riforma l’Italia recepisce quanto stabilito dalle direttive europee del 2004 e del 2007 in tema di liberalizzazione del mercato energetico. Tali direttive hanno come obiettivo quello di realizzare, in Europa, un mercato unico dell’energia, dove gli operatori possano confrontarsi con regole chiare e condivise sui vari scenari nazionali, incrementando così l’offerta a disposizione degli utenti finali, siano essi privati o aziende.

Come indicato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) nel rapporto annuale relativo al 2011, il mercato della vendita finale del gas è tuttora molto concentrato. I primi tre gruppi, infatti, coprono il 48% delle vendite (di cui Eni è al 24,7% e Enel al 13,2%; segue Edison al 10%[2]). Il mercato libero è quasi totalmente assente nel segmento dei consumatori domestici (il 92% dei consumatori domestici acquista il gas sul mercato tutelato, mentre solo l’8% ricorre al mercato libero), mentre c’è maggiore concorrenza per l’industria e il settore termoelettrico, dove rispettivamente il 96% e il 69,5% del gas viene acquistato sul mercato libero[3].

Le tariffe medie del mercato libero sono nettamente inferiori a quelle del mercato tutelato. Parte di questa differenza risiede però nella tipologia di clienti che hanno accesso ai due mercati. Come indicato sopra, i clienti che si rivolgono al mercato libero sono per la grande maggioranza clienti non domestici e che, quindi, possono accedere alle tariffe agevolate garantite per le grandi quantità di gas erogate (sopra i 200,000 m3annui).

 

Effetti della riforma

Calcolare quali saranno gli effetti della riforma è al momento impossibile, visto che non si conoscono ancora i dettagli su come avverrà la separazione fra Eni e Snam Rete Gas, quali prerogative avranno entrambi, quali saranno i tempi della separazione e come saranno definite le modalità di accesso dei nuovi operatori alla rete di distribuzione. Possiamo però esaminare quanto avvenuto nel mercato dell’energia elettrica e prendere questo come esempio per avere un termine di paragone su quali saranno i possibili principali risultati, data la forte somiglianza fra i due mercati.

 

La liberalizzazione del mercato elettrico

Il mercato elettrico italiano ha vissuto la sua “rivoluzione” nel 1999, a seguito del cosiddetto “decreto Bersani”, che sancì l’obbligo della separazione tra la società di gestione e distribuzione dell’energia elettrica con la proprietà della rete di distribuzione e la possibilità da parte di nuovi operatori di allacciarsi alla rete in condizioni di trasparenza e concorrenza, in applicazione della Direttiva Comunitaria CE 96/92. Originariamente il mercato dell’energia elettrica era caratterizzato, infatti, dalla presenza di un monopolista, l’Enel, detentrice dei centri di produzione, gestione e distribuzione della rete.

Fu così costituita la società Terna, a cui furono affidati tutte le proprietà detenute da Enel relative alla rete di trasmissione ad alta tensione. Enel rimase comunque principale azionista della società Terna fino al 2004, anno in cui fu costretta a cederne il pacchetto azionario. Nello stesso anno venne anche istituita la Borsa del Mercato Elettrico. Questa fu una novità decisiva, perché permise di svincolare la definizione del prezzo delle categorie protette (coloro, cioè, che non potevano o non volevano abbandonare il gestore unico, l’Enel e passare al mercato libero) non più con un atto amministrativo da parte della Autorità dell’Energia ma attraverso la libera contrattazione sul mercato.

Al 2010, secondo quanto riporta l’Autorità per l’energia e il gas nel suo rapporto annuale, il “è proseguito il trend di aumento del numero di società di vendita attive nel mercato libero”, con un aumento pari al 6% rispetto l’anno precedente. Considerando sia gli operatori domestici che non domestici (aziende e altro) nel mercato libero, è possibile registrare che, sebbene il principale operatore resti Enel, la sua quota di mercato sia in netto calo rispetto lo scorso anno (dal 27% al 19%), a favore di alcuni concorrenti tra cui Edison, Electrabel/Acea, Eni e Sorgenia. I clienti domestici che al 31 dicembre 2005 risultavano approvvigionarsi sul mercato libero, erano circa 330.000; al 2010 risultano essere 3,200,000. Le regioni in cui il mercato libero e’ maggiormente diffuso sono quelle settentrionali, mentre al sud i nuovi operatori fanno fatica ad entrare nel mercato[1].

Sul fronte delle tariffe, possiamo registrare (stando ai dati del 2008) una netta diminuzione della tariffa media sul mercato libero rispetto al mercato tutelato dove, rispettivamente, i prezzi si sono attestati a 76€/MWh contro i 123€/MWh[1]. Va però ricordato che i prezzi di tutela, a differenza di quelli sul mercato libero, includono tutti i costi di dispacciamento.

La liberalizzazione italiana del mercato elettrico è stato sicuramente un successo, che ha permesso l’accesso a numerosi operatori (al 2010 se ne contano circa 100), fra cui alcuni grandi operatori esteri come Électricité de France (EDF) e Gaz de France-Suez, le tedesche E.on e RWE AG, le svizzere Alpiqe Repower, l’austriaca Verbund

 

Quali lezioni trarre dalla vicenda elettrica

Dalla positiva esperienza maturata con la liberalizzazione del settore elettrico, possono essere presi degli interessanti ed utili spunti per accelerare il processo di transizione del mercato del gas.

Innanzitutto devono essere definite in modo estremamente chiaro le modalità e i tempi di separazione fra Eni e Snam Rete Gas, i ruoli che i vari attori coinvolti avranno nella vicenda (le rispettive società, il governo e l’Autorità per l’energia). Soprattutto, come anche auspicato all’epoca della separazione di Enel con Terna da Giorgio Ragazzi nel suo articolo pubblicato su lavoce.info, la società che possiede le infrastrutture di distribuzione (ossia Snam Rete Gas) è auspicabile che rimanga una società pubblica, affinché sia garantita la prevalenza dell’interesse pubblico nella gestione e siano limitati i rischi che un gestore privato possa cercare “extraprofitti” a scapito dei consumatori.

Una autorità per il controllo del mercato del gas forte e autorevole, che abbia compiti ben definiti e i poteri adeguati (e la volontà di utilizzarli) per garantire una chiara applicazione delle regole. Soprattutto che vigili affinché agli utenti sia data la possibilità di migrare dal gestore unico ad un nuovo operatore in tempi sufficientemente brevi, senza oneri eccessivi e con una piena e trasparente pubblicità sulle tariffe ed i costi di ogni gestore. Questo sarà un aspetto fondamentale per permettere ai nuovi operatori di acquisire nuovi clienti e incrementare così le loro quote di mercato.

Il sole 24 ore è stato decisamente positivo nei confronti della riforma, arrivando a definirla rivoluzionaria(ovviamente solo se andrà definitivamente in porto). Sempre secondo il giudizio del Sole 24 Ore[2], lo scorporo permetterà una espansione all’estero di Snam Rete Gas, aumentando le interconnessioni del nostro paese con i grandi distributori del Nord Europa, migliorando l’efficienza e la capacità di trasporto della rete. Per quanto riguarda gli effetti sulla crescita economica, è fondamentale capire chi sarà il controllore futuro di Snam e come deciderà di gestire questo fondamentale asset.

 

Approfondimenti

Per la situazione della liberalizzazione del mercato del gas ed elettrico europeo

 http://www.euractiv.com/energy/liberalisation-eu-gas-sector/article-171067

Autorità dell’Energia e del Gas (AEEG), Rapporti Annuali


[1] Fonte: AEEG, pubblicazione 2009

http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=76752375


[1] Per maggiori informazioni, consultare le pubblicazioni annuali dell’Autorità’ dell’Energia e del Gas

 


[1] Fonte dati: website Snam Rete Gas

[2] Misurazione effettuata in base ai volumi venduti al mercato finale (dati calcolati in milioni di metri cubi). Fonte: Autorità per l’Energia ed il Gas, rapporto annuale 2011

[3] Fonte: rapporto 2010 AEEG

 

 

05/03/2012

 

Fonte:

http://rivista.energie9.org

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